venerdì 28 giugno 2013

I Disturbi del Comportamento Alimentare. Le malattie del corpo e dell'anima.


           L’ingordigia è un rifugio emotivo: è il segno che qualcosa ci sta divorando.
(Principe De Vries)



      La società odierna si caratterizza, in modo determinante, per l'estrema importanza attribuita alla propria immagine, al fisico e alla bellezza. L'immagine corporea infatti, deve tendere alla perfezione, in base a canoni estetici molto rigidi, spesso proposti dai mass-media.
L'ideale della magrezza diviene così un modello a cui ispirarsi, soprattutto nell'età adolescenziale e nel mondo femminile; i dati indicano infatti maggiore incidenza di malattie legate all'immagine corporea, nelle ragazze in età adolescenziale.
L'attenzione esasperante relativa alla propria immagine, comporta spesso l'adozione di particolari stili di vita caratterizzati da attività fisiche estreme, diete ferree, ipocaloriche e "fai da te", utilizzo di lassativi e diuretici.
Tali condotte, associate ad altri criteri diagnostici, rientrano nell'ambito dei disturbi del comportamento alimentare (di seguito DCA).
I DCA vengono comunemente definiti come disturbi relativi all'eccessiva attenzione del peso corporeo, causando così conseguenze gravi. In generale, si può affermare che le persone che presentano un DCA sono in "lotta continua" tra la paura dell'aumento di peso e l'attenzione estrema nei confronti del cibo.
I DCA sono inseriti nel DSM IV (Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi psichiatrici) poiché considerati patologie di interesse psichiatrico e si classificano generalmente in:
- Anoressia nervosa (AN);
- Bulimia nervosa (BN);
- Binge eating disorder (BED);
- Disturbi non altrimenti specificati (DANAS);
L'anoressia nervosa, definita spesso come "mancanza d'appetito", identifica tra le sue caratteristiche principali la rigida perdita di peso al fine di raggiungere un peso corporeo molto basso. La persona che presenta tale disturbo, ha in realtà una distorta immagine del proprio corpo, lo vede infatti grasso e privo di forme nonostante il peso estremamente basso.
Tra i criteri diagnostici dell'anoressia nervosa si identificano:
- rapida perdita di peso;
- fobia di ingrassare;
- distorsione dell'immagine corporea;
- amenorrea (assenza di ciclo mestruale) per più di tre mesi.
Quando si parla di anoressia è necessario fare una distinzione tra anoressia nervosa restrittiva, caratterizzata da un regime alimentare ristretto, e anoressia nervosa bulimica, contraddistinta da periodi di semidigiuno alternati a periodi in cui il controllo del peso viene effettuato attraverso l'adozione di comportamenti compensatori, quali vomito auto-indotto, abuso di lassativi e diuretici, eccessiva attività fisica.
La bulimia nervosa si caratterizza per l'eccessiva attenzione al peso corporeo, con la presenza di abbuffate ricorrenti seguite da vomito auto-indotto, iperattività e controllo del peso con comportamenti estremi.
I criteri diagnostici della bulimia nervosa sono:
- peso normale, in base a fisico ed età;
- paura di ingrassare;
- abbuffate compulsive, caratterizzate dall'assunzione di quantità di cibo eccessive, da almeno tre mesi;
- comportamenti compensatori, da almeno tre mesi.
Il binge eating disorder, rappresenta una particolare forma di obesità, caratterizzata dalla presenza di abbuffate in assenza di comportamenti compensatori.
I criteri diagnostici di questa patologia sono:
- abbuffate senza compensazioni;
- mangiare fino a sentire malessere fisico, anche in assenza di fame;
- provare senso di colpa per le abbuffate.
I disturbi non altrimenti specificati sono quei disturbi che non soddisfano i parametri diagnostici delle patologie sopra elencate.
Si riconoscono tra i criteri diagnostici:
- episodi di alimentazione incontrollate;
- perdita di controllo del cibo che si ingerisce.
I DCA comportano complicanze sia a livello fisico che psichico, pertanto risulta essenziale intervenire mediante una terapia in grado di supportare e sostenere chi lotta costantemente contro un DCA.
Tra le terapie maggiormente indicate nella cura dei DCA si identificano:
- terapia cognitivo-comportamentale: la quale prevede una prima fase volta a orientare il paziente verso il trattamento, l'educazione sul disturbo e sui fattori di mantenimento, una seconda fase centrata sulle condotte di restrizione alimentare e sui comportamenti inadeguati che si adottano e infine una terza fase di conclusione del percorso terapeutico e di prevenzione nelle ricadute.
- terapia interpersonale: si concretizza in una prima parte in cui si identificano i problemi interpersonali legati al disturbo, una seconda parte in cui, dopo aver identificato il problema, si stabilisce l'obiettivo del trattamento e una parte finale in cui si analizzano gli obiettivi raggiunti.
- terapia familiare: in cui ci si pone come obiettivo principale il funzionamento e la stabilizzazione delle relazioni familiari, al fine di intervenire nella cura dei figli affetti da un DCA. Anche in questo tipo di terapia si procede per fasi in cui si coinvolgono i genitori e il/la figlio/a adolescente, con l'obiettivo di instaurare rapporti e relazioni salutari tra i partecipanti alla terapia.
- Auto-Aiuto: Negli ultimi decenni si sta sviluppando sempre più la terapia dell'auto- aiuto (self - help) anche nell'ambito dei DCA, inteso come gruppo costituito da persone, e familiari, che vivono con un DCA e insieme intendono superare tali problematiche con il supporto e il sostegno reciproco.
Nel trattamento dei DCA è essenziale il lavoro multidisciplinare, ovvero un' equipe di professionisti che collabora al fine di intervenire nella cura di tali patologie in modo idoneo e appropriato.
L'equipe multidisciplinare che opera nell'ambito dei DCA può essere costituita da medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, nutrizionisti e dietisti, i quali insieme apportano il loro contributo nella programmazione, esecuzione e valutazione del progetto terapeutico.
Un ruolo essenziale nell'equipe multidisciplinare è svolto dall'assistente sociale specialista, professionista che opera secondo i principi e i valori propri del servizio sociale.
All'assistente sociale specialista, in un'equipe che si occupa di DCA, spetta l'importante funzione dell'accoglienza degli utenti, all'interno del servizio. In particolare l'assistente sociale specialista effettua una serie di colloqui, informativi (volti allo scambio di informazioni) e diagnostici (al fine di identificare il disturbo e definire il bisogno).
In tutti i colloqui, l’assistente sociale specialista, si pone in ascolto instaurando una vera e propria relazione d’aiuto.
Grazie alle informazioni acquisite, l’assistente sociale specialista insieme all’equipe, procede con l’analisi, la valutazione ed eventualmente la presa in carico dell’utente.
Oltre alle funzioni di rapporto diretto con l’utenza e di front-office, l’assistente sociale specialista può svolgere funzioni di back-office, mediante una forma di coordinamento interno dell’equipe stessa, programmando e gestendo attività e interventi dei professionisti, e una forma di coordinamento esterna volta a promuovere e programmare interventi nell’ambito del sistema integrato di servizi sociali e sanitari.
In particolare, l’assistente sociale specialista si trova costantemente a “tessere una rete” sul territorio, al fine di creare servizi sempre più in grado di rispondere ai bisogni della popolazione in modo efficace ed efficiente.
Nell’attività di back-office, l’assistente sociale specialista, adotta un’altra essenziale metodologia quale quella della progettazione sociale. Si tratta di creare progetti, che puntano sempre più all’innovatività e alla qualità dei servizi.
L’assistente sociale specialista svolge dunque un ruolo essenziale in un’equipe che opera nel sostegno, orientamento e cura dei DCA, pertanto è chiamato ad intervenire nel rispetto dell’utente, dei principi dettati dal codice deontologico e in una logica di empowerment e case management.

A cura della Dott.ssa Francesca Filice Assistente Sociale Specialista

martedì 25 giugno 2013

GAS: gruppo di acquisto solidale

Cosa sono i GAS? 

I Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) sono gruppi di persone che acquistano insieme, condividendo il principio della solidarietà. La loro scelta li porta a privilegiare contadini , piccoli produttori, che operano all'interno degli ormai famosi KM0, soggetti che nelle loro azioni e nelle loro produzioni si muovono nel rispetto dell'ambiente e delle persone con cui entrano in relazione. Il concetto su cui i GAS fondano la loro azione è quello di "filiera corta", i contatti quindi diretti fra produttore e consumatore finale, sia in termini geografici, preferendo le aziende agricole o le aziende di prodotti non alimentari più vicine, sia per un sistema di superamento delle intermediazioni cioè i grossisti e i negozianti.
Nei principi posti a fondamento dei GAS, questa filiera assume il ruolo di un contatto diretto fra consumatore e acquirente ovvero un rapporto di conoscenza diretta delle due parti. I criteri con cui i GAS selezionano prodotti e produttori sono quelli inerenti il consumo critico. Ovvero acquistare prodotti da produttori etici e responsabili che non mettono il lucro quale unico e fondamentale catalizzatore della vendita ma pongono attenzione all'ambiente, alle persone, alla qualità della vita. Obiettivo dei GAS non è quello di risparmiare, ma fare un'operazione in gruppo, azione che permette comunque di spuntare un prezzo ridotto anche in considerazione della qualità del prodotto.
Nella maggioranza dei casi prima di scegliere un fornitore uno o più membri del gruppo visitano l'azienda per vedere da vicino come lavora, o ne raccolgono informazioni presso altri GAS che hanno già instaurato un rapporto diretto. Per quanto riguarda le aziende agricole, la maggior parte dei GAS richiede che siano in possesso della certificazione biologica, e spesso privilegiano aziende del proprio territorio e di dimensioni medio - piccole. Le relazioni con i GAS di altre parti d'Italia permettono di reperire i prodotti non presenti sul proprio territorio, potendo comunque contare sull'aiuto di altre persone che, condividendo la filosofia di fondo, ne garantiscono la qualità.
I GAS sono composti da un numero variabile di nuclei familiari e la dimensione di gruppo dei GAS è uno degli aspetti più peculiari dell'acquisto; infatti la possibilità per i Gasisti di potersi confrontare con altre persone rispetto alle proprie scelte di consumo, ai prodotti esistenti, alle aziende conosciute, alla condivisione di principi e conoscenze, li sostiene nella fase di comparazione e selezione del proprio acquisto e li stimola nella capacità di attuare consapevolmente un approccio critico al consumo. In un contesto sociale e ambientale in cui il ruolo di ogni cittadino sembra essere connesso con la sua funzione di consumatore, il consumo critico rappresenta un'alternativa alla massificazione e alla mercificazione anche delle nostre menti. Scegliere condividendo e coinvolgendo anche altre persone, significa affrontare il consumo nella sua logica di “atto funzionale alla vita” e non di atto dedicato all'incremento della produzione fine a se stessa di alimenti e beni. E ancora. Acquistare i beni aderendo ad un gruppo GAS consente di potenziare le proprie relazioni umane e non de-privare o de-valorizzare – come in un centro commerciale qualsiasi- il proprio essere sociale.
I prodotti acquistati possono essere di varia tipologia così come le quantità sono relative alla richiesta di ciascuno. Il volume di acquisti maggiore è quello relativo agli alimentari a lunga conservazione (farina, pasta, riso, olio, miele, conserve, marmellate, vino, biscotti, salumi, legumi, caffè), ma vengono acquistati anche alimenti freschi (formaggi, frutta, ortaggi, carne, burro, latte, uova, pane), prodotti per la casa (detersivi, vernici e colori), detergenti e cosmetici, abbigliamento (in particolare biancheria e scarpe).
Sono i bisogni degli aderenti e la gestione del GAS a determinare le scelte dei prodotti e ovviamente anche la tipologia del prodotto ( per i prodotti a lunga conservazione sono previsti in genere un paio di ordini l'anno, per il fresco sono necessari ordini e consegne molto frequenti, che richiedono incontri e organizzazione efficiente). Ma anche la stagionalità che decreta la presenza del prodotto agricolo presente nel listino. Infatti solo in periodi dell'anno prestabiliti dalla natura si trovano i prodotti dell'orto, i Gas infatti non accettano prodotti importati e fatti maturare in serra o con sistemi non biologici. Per alcuni dei servizi di maggior interesse pubblico, sono in corso sperimentazioni e trattative per inserire i Gas anche nei servizi di telefonia e di energia elettrica, trattative che alla luce degli ultimi sviluppi appaiono promettenti.
La dimensione giuridica del GAS può essere quella del gruppo informale, associazione, associazione riconosciuta, o un gruppo che si appoggia ad un'altra associazione esistente. A livello nazionale la grande maggioranza dei GAS è costituita da gruppi informali, ma non mancano associazioni specifiche anche di grandi dimensioni. Ma esattamente come funzionano i GAS? Per ogni tipologia di prodotti acquistati o per ciascun produttore agricolo e non, con cui il gruppo è in contatto, esiste fra partecipanti un responsabile che a cadenza regolare o nel momento in cui il gruppo manifesta l'intenzione di procedere con un ordine, organizza l'acquisto. Attraverso un listino prezzi, spesso pubblicato on line, si raccolgono gli ordini e i pagamenti e dopo aver trasmesso l'ordine d'acquisto al fornitore questi o consegna l'ordine dell'intero GAS a tutto il gruppo che si riunisce in un determinato luogo, oppure il fornitore stesso, o un corriere, consegna quanto richiesto presso l'abitazione di uno dei membri, dove viene poi organizzato il ritiro da parte degli altri acquirenti. La cadenza può essere settimanale ( specie per le verdure e per la frutta), mensile ma anche semestrale o annuale.

A cura di Gabriella Dragani

domenica 23 giugno 2013

Iscrizione dell'ODV al Registro Regionale del volontariato. Risponde l'avvocato.



Quali vantaggi comporta per una organizzazione di volontariato ( OdV ) l’iscrizione al Registro Regionale  del Volontariato? Come si chiede l’iscrizione?

L’iscrizione di una Organizzazione di Volontariato nel Registro Regionale non è obbligatoria ma è indispensabile per poter usufruire dei benefici indicati dalla L. 266/91 e L.R. Del 26 luglio 2012, n. 33. Ricordiamo che i registri regionali sono tenuti presso gli uffici provinciali preposti.  I principali benefici sono:
  • l'iscrizione nel registro é condizione necessaria per accedere ai contributi pubblici, nonché per stipulare le convenzioni di cui all'articolo 5 LR 33/2012 e per beneficiare delle agevolazioni fiscali e del trattamento tributario di cui alla legge 266/1991;
  • l'opportunità di accedere ai contributi pubblici per le OdV e ai finanziamenti dei  progetti banditi da parte dei Centri di Servizio per il Volontariato in base alla L. 266/91 e da specifici avvisi ; 
  • l'opportunità di stipulare convenzioni con enti pubblici quando l’OdV è iscritta al Registro da almeno sei mesi (art 7 comma 1 L. 226/91 e art 5 L.R. 33/12), anche se sulla base della L. 328/00 sul sistema integrato dei  servizi sociali le convenzioni possono essere stipulate anche con OdV che siano iscritte da meno tempo o addirittura con OdV non iscritte;
  • l’esenzione dall’imposta di bollo e di registro per gli atti connessi allo svolgimento dell’attività (es. registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto e delle modifiche dello statuto);
  • l’esenzione dall’Ires per le attività commerciali “marginali” di cui all’art. 5 L. 266/91 e al D.M. 25/05/1995 (es. vendita di beni acquistati da terzi a titolo gratuito a fini di sovvenzione);
  • la non rilevanza ai fini IVA delle operazioni effettuate per il perseguimento degli scopi istituzionali (art 8 comma 2 L. 266/91);
  • l’applicazione della disciplina fiscale delle ONLUS prevista dal D.Lgs. 460/97, se e in quanto “di maggior favore”.
Hanno diritto all’iscrizione le organizzazioni di volontariato che rispettano i requisiti dell’art 3 della L. 266/91 e che “alleghino alla domanda copia dell’atto costitutivo e dello statuto o degli accordi degli aderenti” (art.6 L. 266/91). La domanda deve essere presentata all'Ufficio predisposto presso ogni provincia e va redatta su apposito modulo, nel quale il legale rappresentante deve dichiarare (atto di notorietà ai sensi dell’art. 76 DPR n. 445/00) oltre a quanto disposto dal codice civile per le diverse forme giuridiche che l'organizzazione assume,  l'assenza di fini di lucro, la democraticità della struttura, l'elettività e la gratuità delle cariche associative nonché la gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti, i criteri di ammissione e di esclusione di questi ultimi, i loro obblighi e diritti. Devono essere altresì stabiliti l'obbligo di formazione del bilancio o rendiconto, dal quale devono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti, nonché le modalità di approvazione dello stesso da parte dell'assemblea degli aderenti. E' necessario inoltre:
• che l’OdV sia  in regola con l’obbligo assicurativo; 
• che le prestazioni dei volontari siano prevalenti rispetto a dipendenti o lavoratori autonomi assunti con contratto dall'ente;
• che l’OdV persegua fini di solidarietà sociale attraverso le prestazioni dei propri volontari; 
• che lo statuto presenti  tutti i requisiti della L.266/91;  

In merito all’assolvimento dell’obbligo assicurativo ai fini dell’iscrizione oggi non è quindi più necessario produrre copia delle polizze assicurative ma è sufficiente dichiarare di essere in regola con tale obbligo come previsto dall’art. 4 della L. 266/91. L’iscrizione nel Registro del Volontariato è incompatibile con l’iscrizione nel Registro delle APS di cui alla L. 383/00 e all'art. 3 LR 33/2012.
a cura dell'Avv. Luigi Marrazzo 



 

venerdì 7 giugno 2013

Comunicazione sociale - PAZZE PER LA RADIO


E' tornata in versione “al femminile” PAZZE PER LA RADIO su Radio Ciroma ogni sabato dalle 11.30 alle 13.00. Il Programma intende supportare, sostenere e qualificare le organizzazioni di volontariato, potenziare la diffusione del messaggio sociale intercettando le aree di marginalità linguistica degli immigrati, attivare una redazione sociale. L'utilizzo di una radio per promuovere nuove forme di comunicazione sociale realizzate da organismi istituzionali, organizzazioni non profit e imprese ad economia civile rappresenta un valido strumento di interfaccia con il territorio. La Radio in tal senso è un veicolo davvero speciale perchè entra nelle case e svolge la sua azione in maniera trasversale. Trova inoltre il suo valore nel rivolgersi direttamente alla comunità di riferimento e diffondendo nell'etere le azioni del volontariato e promuovendo l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati e degli stranieri che vivono nella nostra città. La collaborazione fra vari enti – Radio 180, Be Equal , Itinerari Sperimentali, Cif Provinciale Cosenza, Ciroma, Sissi, ComunIdea, ha trovato il suo perfetto equilibrio nell'attivare varie competenze professionali e soprattutto esperienziali. Infine riprendendo lo slogan che ci ha accompagnato per la prima fase del progetto “Dentro la scatola magica di Radio Ciroma” riproponiamo anche il primo invito fatto nel 2011 : “ La tua associazione ha tanto da dire ma non trova lo spazio per farlo? Partecipi attivamente alla vita del tuo territorio e vuoi raccontarlo? Pazze per la radio è lo spazio radiofonico dedicato a chi vive il sociale. “ Manda una mail oppure telefona ai contatti del nostro blog. Ogni sabato quindi sulle frequenze 105,7 FM.
A cura di Gabriella Dragani