giovedì 31 ottobre 2013
domenica 27 ottobre 2013
LMM: LAST MINUTE MARKET
Last minute market: il Km zero dello spreco
Nella
cultura contadina, era pratica comune non racimolare tutto il
raccolto ma lasciarne una minima porzione a terra per i contadini, i
passanti e i bisognosi. Fino a qualche anno fa lo scarto era
considerato rifiuto, un rifiuto non accettabile. Anche solo il
termine aveva spesso il ruolo di echeggiare mondi di esclusione e di
rifiuto: “lo scarto della società”, “essere scartati da
qualcuno”.
La
parola “scarto” dunque è andata a occupare territori che hanno
a che fare con la dignità personale, con la scala sociale fino a
diventare un
tabù. Nell'era del consumismo più sfrenato ecco che lo scarto è
qualcosa che si attacca anche alle cose ancora funzionali, idonee a
svolgere il proprio ruolo, ma il consumo senza limiti, l'inseguire
“il trendy” come l'unica icona o valore sociale ci ha trascinato
a
rincorrere il più nuovo, più bello, più buono, più bianco, più
colorato e lo scarto ha perso ogni attrattiva diventando prima
“rifiuto”
e poi sempre più “spreco”.
Ogni
giorno in Italia vengono gettate in discarica 4000 tonnellate di
alimenti ancora perfettamente commestibili e così pasta e pane per
il 15%, carne per il 18% e il 12% di frutta e verdura. In pratica in
un anno vengono sprecati alimenti per 1,5 milioni di tonnellate. I
luoghi dove tutto ciò accade in modo evidente sono i negozi
alimentari della grande distribuzione. Per capire meglio è
sufficiente fare la spesa in un normale tardo pomeriggio e osservare
come gli scaffali della panetteria, dei latticini, della carne, del
pesce, delle verdure sono ancora. Prodotti che il giorno dopo non
posso essere negli scaffali perché il consumo a tutti i costi ci
impone che
il pane sia sempre fresco, la carne appena tagliata e lo yogurt
con scadenza non ravvicinata.
Dove
va a finire tutto quello scarto che appena esce dal supermercato
diventa subito spreco? Verso le discariche. Ma perché non
recuperarlo, perché non regalare cibo in scadenza o non
“esteticamente bello” - come per esempio lo scatolame di legumi
imperfetto - a persone, associazioni, enti che possono trasformare
“lo spreco” in risorsa? C’è
qualcuno però che ha pensato: parliamo di un
gruppo di ricercatori della Facoltà di Agraria dell'Università di
Bologna che,
guidati dal Prof.
Andrea
Segré,
ha
iniziato a studiare la possibilità di
gestire in modo diverso il processo di distribuzione del cibo e
a pensare che il ciclo
di vita di un prodotto non
debba per forza fermarsi alla fine del primo stadio di consumo, ma
possa essere prolungato. Da questa intuizione è nato il Last
Minute Market,
un’idea
diventata ormai una start-up con iniziative attive in tutta Italia.
Dice
il prof. Segré: “Last
significa ultimo, ma con un doppio senso: l’ultimo
minuto perché
dobbiamo fare in fretta, i prodotti scadono, sono danneggiati, li
dobbiamo consumare presto, ma ultimo
anche perché i beneficiari sono gli ultimi della società.”
Il meccanismo virtuoso studiato dal Last Minute Market mette
in collegamento l’impresa che vuole donare il prodotto con le
Associazioni no profit che
lo possono ricevere per fornire pasti a persone in condizioni
di disagio economico o sociale. I primi ci guadagnano perché non
devono sobbarcarsi i costi di trasporto e
smaltimento, i secondi perché non devono acquistare la materia prima
pur potendo assicurare alimenti validi e buoni.
E’
una soluzione win
win in
cui entrambi gli attori in campo vincono. E
non solo loro. Se pensiamo che ogni tonnellata di rifiuti alimentari
genera 4,2 tonnellate di CO2 è facile capire come il prolungamento
della filiera produttiva equivale
anche a un grosso sconto sui costi dell’ambiente e sui costi della
collettività. Il progetto quindi si è ancorato al decreto
Ronchi che
trasforma la tassa sui rifiuti in tariffa di igiene ambientale,
facendo pagare non in base alla superficie degli esercizi ma in base
alle quantità smaltite, e così è stato
possibile applicare degli sconti a quei dettaglianti che recuperavano
il cibo invece di gettarlo.
“Per
lottare contro lo spreco –
prosegue Andrea Segré – bisogna
promuovere un’azione
di
sviluppo
auto-sostenibile a livello locale che sfrutta la prossimità
riducendo lo spazio e il tempo in
modo che siano evidenti i benefici diretti e indiretti di
quest’azione e le sue ricadute positive ”.
In pratica si
raccoglie e si consuma sempre in una zona ristretta di territorio ed
entro un raggio di pochi chilometri in modo da non avere costi di
conservazione e di trasporto, abbattendo l’impatto che questi hanno
sull’ambiente. L’obiettivo del Last Minute Market è
culturale. Portare
agli occhi della gente lo
scarto, quantificare lo spreco, valorizzarlo
in termini di costi significa spesso creare le condizioni per
diminuirlo.
Come
dice Andrea Segrè, però, questo non basta. “Dobbiamo
agire a monte prima dello spreco”.
Esiste infatti un concetto di sufficienza che nel tempo la società
ha perso per strada a favore del concetto di accumulo: lì
in quel luogo dove “più
non è uguale a meglio” sta
un nuovo
modello eco-nomico ed eco-logico che
riduce la propensione al consumo senza modificare il livello di
benessere.
a cura di Gabriella Dragani
domenica 6 ottobre 2013
Volontariato e personale dipendente. Risponde l'avvocato.
Come
organizzazione di volontariato possiamo assumere personale
dipendente o avvalerci di prestazioni di lavoro autonomo?
L'art. 3 comma 4 della
Legge 266/91 stabilisce che “L’OdV iscritta può assumere
lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo
esclusivamente nei limiti necessari al suo regolare funzionamento
oppure al fine di qualificare e specializzare l’attività svolta”
(art 3 comma 4 L. 266/91), e “non per l’esercizio di attività di
solidarietà” e ciò significa che in una OdV iscritta:
• l’attività di
volontariato deve essere comunque prevalente rispetto a quella di
lavoro retribuito, sotto il profilo tanto quantitativo tanto
qualitativo (cd. principio di prevalenza);
• i soci/volontari non
possono essere assunti e/o retribuiti, poiché l’attività di
volontariato è “incompatibile con qualsiasi forma di lavoro
autonomo o subordinato o con ogni altro rapporto avente contenuto
patrimoniale”, e “non può essere retribuita in alcun modo,
nemmeno dal beneficiario”, ed è ammessa solo la possibilità di
rimborsare il volontario delle spese effettivamente sostenute e
documentate (cd. principio di gratuità, art. 2, comma 2 e 3 L.
266/91).
I rapporti di lavoro che
le OdV possono instaurare con i lavoratori sono:
a) rapporto di lavoro
subordinato (es. impiegati, segretarie, ecc.);
b) rapporto/contratto a
progetto (cd. lavoro “parasubordinato” o Co.Co.Co.);
c) rapporto di lavoro
occasionale;
d) rapporto di lavoro
autonomo. In ordine alla disciplina applicabile a questi rapporti,
l’OdV è (salvo alcune limitatissime eccezioni) del tutto
assimilabile ad un normale datore di lavoro e deve quindi essere
svolgere tutti gli adempimenti previsti di volta in volta dalla
normativa del lavoro, fiscale e previdenziale (es. apertura posizione
Inps e Inail e pagamento relativi contributi, tenuta libro paghe e
matricola, adempimenti relativi a ritenute IRPEF ed INPS, redazione
mod. 770, rilascio Cud, ecc.).
Ma vediamo le tipologie
di rapporto e le loro caratteristiche:
collaborazione
occasionale: è la forma di
lavoro maggiormente utilizzata e che viene definita come
attività di lavoro autonomo non esercitata in via abituale (art. 67,
1° comma, lett. L, TUIR), non continuativo (non può durare più di
30 giorni lavorativi per anno solare per ciascun committente/OdV), e
presuppone l’assenza di coordinamento o direzione con la struttura
del committente (il lavoratore occasionale utilizza propri mezzi).
La collaborazione
occasionale, consiste, in sostanza, in una attività episodica, non
soggetta a ripetizione in un arco di tempo ragionevole (es.
volantinaggio, consegna di pacchi o biglietti
natalizi, raccolta quote
sociali, vendita biglietti di una pesca di beneficenza o di una
manifestazione, ecc.,
elaborazione di un progetto, ecc.). La qualifica di lavoratore
occasionale non è configurata rispetto all’importo del compenso
ricevuto, tuttavia, se il compenso supera € 5.000 per anno solare,
il lavoratore deve comunicare al committente il raggiungimento di
tale limite, sarà iscritto alla gestione separata Inps dei
collaboratori coordinati e continuativi e il committente/OdV dovrà
versare i relativi contributi (art 44 del D.L. 269/2003). In questo
tipo di rapporto i compensi erogati sono, dal punto di vista fiscale,
“redditi diversi” e sono soggetti alla ritenuta d’acconto del
20% (art 67 lett. L TUIR).
lavoro a progetto :
(art. 61 e seg. D.Lgs. 276/03) è una forma particolare di lavoro
cd. “parasubordinato”, nel quale il lavoratore non è soggetto al
vincolo gerarchico con il datore di lavoro, ha flessibilità di
orario, non è totalmente inserito nella struttura del committente ma
vi si coordina, ed è impiegato per la realizzazione di un progetto e
quindi di un risultato specifico (es. realizzazione di un progetto
finanziato da ente pubblico, lavoro di ricerca o studio,
collaborazione per attività educative, sociali e di animazione senza
un rigido orario, ecc.). La redazione di un progetto scritto è
importante perché in sua assenza il rapporto si tramuta
automaticamente in rapporto di lavoro subordinato a tempo
indeterminato.
Dal punto di vista
contributivo i compensi erogati sono soggetti a contributo INPS del
18% da porre a carico per 1/3 al lavoratore e per 2/3 a carico del
committente/OdV. In questo tipo di rapporto i compensi erogati sono
“equiparati a reddito da lavoro dipendente” quindi il
committente/OdV dovrà effettuare le trattenute fiscali , effettuare
il conguaglio fiscale e tutti gli adempimenti di legge in carico al
sostituto d’imposta. (modello Cud, 770). L’associazione può
avvalersi anche di prestazioni di professionisti con partiva Iva,
e cioè di prestazioni di lavoro autonomo. Con lavoratore autonomo si
intende un soggetto che si obbliga a compiere verso corrispettivo
un’opera (servizio) con lavoro e rischio proprio, senza vincolo di
subordinazione, senza alcun vincolo di orario nei confronti di un
committente, e con l’obbligo di un risultato (es. professionista,
commercialista, avvocato, idraulico, giardiniere, ecc.). In questo
caso il lavoratore autonomo, titolare di partita Iva, presenterà
regolare fattura e non vi sono ulteriori oneri per contributi e
tasse.
A cura dell'avv. Luigi
Marrazzo
venerdì 4 ottobre 2013
Non
sei tu il mare? E allora rispondimi!
Mare,
dentro di te sta il mio amore.
Hai
preso la sua anima e il suo cuore.
Mare,
riportala a riva, fammi parlare di nuovo con lei.
Cercala
ovunque, trovala, fallo per me.
Mare
riportami l’amore della mia anima
Insieme
ai suoi compagni pellegrini di questo destino.
Creature
del mare, siete voi gli unici testimoni di questa storia
E
allora ditemi: quali sono state le sue ultime parole prima di partire
Mare!
Non
sei tu il mare? E allora rispondimi!
Tesfay
Mehari -
da:
www.yallaitalia.it
a tutte le donne e a tutti gli uomini che hanno attraversato il mare e non sono riusciti a vedere l'altra sponda.
mercoledì 2 ottobre 2013
Settimana Vegetariana Mondiale
E' iniziata ieri,
la sesta edizione della Settimana
Vegetariana Mondiale 2013,
evento annuale dedicato al mondo veg che continua a crescere
inesorabilmente anche in Italia.
Nel
Bel Paese si parla di un totale quindi di 5-6
milioni di italiani che rifiutano di cibarsi di animali; di
questi l'1% è vegan,
esclude cioè ogni tipo di prodotto animale come latte, uova, miele,
seta, ecc. Seguono Inghilterra con il 9%, la Germania con l'8%,
l'Irlanda con il 6%, per arrivare ai fanalini di coda: 2% per
Francia, Repubblica Ceca,
Belgio, Portogallo, Norvegia e l'1% per Polonia, Slovacchia e Danimarca. Percentuali relativamente basse, ma in evidente aumento
tanto che, sempre secondo Eurispes, nel 2050 i vegetariani in Italia
arriveranno a 30 milioni.
Lo
scopo dell'evento, allora, è quello di informare sempre più persone
"sulla
scelta di escludere ogni ingrediente di origine animale dalla nostra
alimentazione e da tutto il resto della nostra vita", come spiega Agire Ora, presentando le attività che si svolgeranno nel nostro paese.
L'idea, che viene nel 2008 a un gruppo di attivisti provenienti da vari
Paesi, si tradurrà anche da noi in appuntamenti, dibattiti,
manifestazioni, sit-in e, immancabilmente degustazioni di cibi vegetali, dal tofu
al seitan,
passando per dolci, formaggi o affettati veg, che si susseguiranno
fino al 06 ottobre.
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