di Gabriella Dragani
Sul
blog del
Corriere.it, è apparso
un articolo di Maria Laura Rodotà che ha attratto la nostra
attenzione. http://27esimaora.corriere.it/articolo/non-tingersi-piu-una-scelta-di-campo/. La giornalista scrive: “smettere di tingersi i capelli è un
memento mori e le coetanee prima mugugnano un complimento, poi
tentano il corner e ci si chiede perché. Perché
hai
rotto un tacito patto generazionale, quello che ci impegnava a
restare tutti eterni ragazzi; perché hai svelato il vero colore dei
capelli delle baby boomers, e non fa piacere”. E ancora, scrive la
Rodotà, le donne che non si tingono i capelli sono greche, come le
ateniesi che sono arroganti. Ma sarà che l'arroganza viene confusa
con la fierezza e che ci si sente, si, ripeto si , “tardone” ma
almeno non una vecchia Barbie! E infine chiude il post con: “le
madri non dovrebbero sembrare cloni attempati delle
figlie, perché,
se le figlie sono adolescenti, è il loro momento, non il
nostro...... Perché: non
siamo anziane. Siamo anagraficamente avvantaggiate. Noi nate durante
il baby boom siamo e saremo la fascia d’età più numerosa. Nessuno
può metterci in un angolo, non i politici, non i pubblicitari, e
neanche i coetanei. Basta rendersene conto. Poi,
se volete continuare a tingervi, fate come vi pare; voi sarete
appagate, noi neo-metallizzate pure (però noi risparmiamo un sacco
di soldi, sappiatelo). Ci associamo, totalmente alle parole della
Rodotà e siamo convinte che scegliere un taglio di capelli corto e
metallizzato, mostra, al mondo delle coetanee e dei coetanei, la
determinazione ad essere se stesse, senza se e senza ma. Io sono
questa, la mia persona cambia perchè ho i capelli bianchi? No e così
non cambia la mia capacità di essere una mamma o una
professionista, o entrambe. Il mito: Margherita Hack. L'affermazione
di se stesse passa anche attraverso l'accettazione consapevole che
gli anni che ci portiamo addosso e sul viso sono un punto di forza,
non un punto di debolezza e che i capelli bianchi non sono da odiare.
È la vita che cambia e che ci dice che possiamo osare altro oltre la
bellezza: personalità, intelligenza, ironia, carattere, sicurezza.
Il punto centrale è infatti non il nostro aspetto ( che va curato ma
non esasperato) ma noi, cioè un donna nella sua interezza, nella sua
molteplicità, nella sua globalità. E poi, chiediamoci se la scelta
di tingersi i capelli è legata ad un nostro bisogno endogeno o passa
attraverso un bisogno indotto: dal marketing pubblicitario, dalla
televisione, dalla cultura imperante che chiede solo bellezza e
giovinezza senza limiti? Adesso forse i tempi sono maturi per
abbattere l'ultimo taboo e credere che il trend
grey-chic sarà il colore del futuro.