SALERNO-
«Io scrivo per me, per togliermi un poco di dolore che avevo dentro
al cuore, non avevo nessuno che mi capisse, avevo la scrittura».
Così Annamaria Sersante, 22 anni studentessa di editoria e
pubblicistica, racconta la sua esperienza a “Paperboy”, unica
testata giornalistica in Italia realizzata da persone diversamente
abili; nata a Salerno nel dicembre del 2013, progetto pilota del
“Laboratorio Giornalistico Sociale” a cura della Cooperativa
Sociale “Il Villaggio di Esteban”e dell’Associazione Culturale
“Giovamente”. La redazione di Paperboy, la sede è offerta dai
servizi sociali, è composta da 15 ragazzi ospiti quasi
esclusivamente delle cooperative e delle associazioni coinvolte nel
progetto (ragazzi disabili, autistici, ospiti delle case famiglie,
ecc), accomunati dalla passione per il giornalismo, ma anche
desiderosi di affrontare un’esperienza formativa che dia loro una
futura occasione di realizzazione. «La cosa bella di questa
iniziativa è che prende vita, già in partenza, in maniera diversa,
sottolinea Umberto Adinolfi, giornalista professionista e direttore
di Paperboy – . Oltre a formare i ragazzi con basi di storia del
giornalismo, deontologia, tecniche di impaginazione, dà loro la
possibilità di avere in futuro uno sbocco professionale, oltre che
una soddisfazione a livello reddituale. Tutto nasce, cresce e resta
nelle loro mani e quando tra due anni, al termine del praticantato,
saranno pubblicisti, sceglieremo tra loro il nuovo direttore».
Sono
davvero “diversamente speciali” ,come dice il direttore, i
ragazzi, parte di un gruppo affiatato che si riunisce tre volte a
settimana occupandosi della pagina web del mensile, del lavoro di
redazione con uno psicologo che li assiste nel coordinare il gruppo e
della teoria e tecnica giornalistica. «Urlano la loro situazione nel
silenzio generale del mondo della comunicazione e del giornalismo-
continua il direttore- come lo strillone del famoso videogioco dal
quale prende il nome questa realtà». Luca Boffa urla il suo amore
per il cinema, per il Canada e quel viaggio che vuole tanto fare;
Titti La Marca il suo desiderio che si creino nuove occasioni per i
disabili, perché dice che ce ne sono poche; Matteo Vicinanza la
gioia dello stare insieme ad altri ragazzi; Carmine Cristiano la sua
ambizione di diventare un giornalista importante, nonostante tenga il
capo chino, la scrittura questo non lo nota. Annamaria torna a dire
che vuole liberare i suoi elaborati dalla cartella del computer e che
da grande vuole scrivere un libro di poesie per bambini perché «la
felicità è importante averla dentro per averla fuori» dice. Per
ora “Paperboy”, mensile composto da sedici pagine che si
occupa di cronaca, politica, attualità e terzo settore, si sostiene
grazie agli abbonamenti, circa 200, (con un costo di 20 euro l’anno
deducibili, interamente reinvestiti nella redazione), l’obbiettivo
è quello di ingrandirsi,molte le richieste di partecipazione anche
dalla scuole cittadine e riuscire a realizzare un laboratorio di
prodotti per l’editoria, dal volantino alla carta intestata, in
modo da rendere i ragazzi autonomi e dei professionisti qualificati
dell’informazione.
di Sara
Botte
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