domenica 9 novembre 2014

Weapon of Choice: il potere distruttivo delle parole


Weapon of Choice” è un progetto fotografico, nato con l’obiettivo di mostrare “le cicatrici” conseguenti ad abusi verbali, soprattutto nei confronti dei giovanissimi. “Parole che diventano armi”.  Le immagini, scattate dal fotografo americano Richard Johnson, e pubblicate sul sitohurtwords.comdescrivono perfettamente il dolore, le ferite che ciascuno di noi può provare in tutti i casi di violenza verbale.


© Copyright: Richard Johnson/Weapon of Choice (www.hurtwords.com/)
Al progetto hanno partecipato molti bambini, cui è stata spiegata la finalità: così, all’interno di una lista, gli stessi hanno scelto le parole ritenute più offensive. La peggiore secondo i piccoli intervistati? “Stupido”. A pensarci bene, questo termine è pronunciato molto spesso, anche tra gli adulti, e quasi con leggerezza ormai: non viene dato più molto peso al reale significato. Ogni persona, però, ha la sua sensibilità e ciò che a me può sembrare “ironia”, non è detto che lo sia anche per gli altri.A parte il fatto che certe affermazioni, certi “nomignoli”, non hanno proprio nulla di ironico. Mai. E di situazioni spiacevoli potremmo citarne tante.

Proprio in questi giorni, purtroppo, siamo diventati spettatori mediatici di un altro crudele episodio di bullismo: un mix di aggressività, fisica e verbale. Il progetto Weapon of Choice ci dimostra che non esiste poi grande differenza, soprattutto quando è presente la volontà.

Una parola, un tono di voce, un gesto, possono essere distruttivi quanto più il soggetto attivo è consapevole delle sue azioni. Ho seguito alcuni dibattiti televisivi e alcuni commenti di cittadini comuni. Ho sentito dire “banale”, “scherzo”, “ragazzata”. Ho visto giustificare l’ingiustificabile.

Sentire certe considerazioni  è  avvilente. Immaginiamo, quindi, le sensazioni dei diretti interessati.
Torniamo a dare a gesti e parole il giusto valore. Smettiamola di ridicolizzare, insabbiare, semplificare sempre tutto: far finta di non vedere appesantisce il cuore.
E certe frasi, a lungo andare, diventano cicatrici dell’anima. 

www.hurtwords.com/

Nessun commento:

Posta un commento