giovedì 13 marzo 2014

Per la settimana dedicata al mondo femminile: un libro "Dalla parte delle Bambine" di E. G. Belotti

"Dalla parte delle bambine. L’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita" è un libro pubblicato nel 1973. Il volume che vogliamo consigliare per iniziare ad approfondire temi legati al mondo femminile, è forse un po' datato, ma i contenuti sui condizionamenti sociali della donna sono ancora molto attuali e ci ricordano che ancora molto dovrà essere fatto. Il saggio è stato scritto da Elena Gianini Belotti, un’insegnante che ha scelto di “osservare” l’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita. In particolare, osservando il bambino dalla nascita in poi, l’autrice analizza il comportamento degli adulti nei suoi riguardi, i rapporti che essi stabiliscono con lui nel corso delle varie età, il modo in cui essi si pongono, le aspettative che si creano nei confronti del piccolo per il fatto di appartenere a un sesso piuttosto che a un altro. Passa in rassegna, altresì, gli sforzi che il bambino fa per adeguarsi a tali aspettative e i rifiuti o le gratificazioni che riceve a seconda che esaudisca o meno le richieste ricevute.
La ricerca, condotta nei luoghi primari dell’esistenza infantile, ossia la famiglia e la scuola, rivela che le differenze di genere risiedono in piccoli gesti quotidiani, così abituali da passare inosservati, in reazioni automatiche di cui ci sfuggono origini e scopi e che ripetiamo in forma stereotipata e in modo interiorizzato nel corso del processo educativo. A partire dall’attesa del figlio, quando l’interrogativo primario attiene al sesso del nascituro, che, una volta conosciuto, determina tutta una serie di “preparativi” identificati da un inequivocabile colore. Il rosa e il celeste, ricorda l’autrice, altro non sono se non il risultato di un “processo di attribuzione” che di biologico non ha praticamente nulla.
Passando attraverso l’analisi delle differenze di genere nei giochi, nei gruppi che si creano a scuola e persino nella letteratura infantile, l’autrice giunge inevitabilmente a confermare il mito della “naturale” superiorità maschile contrapposta alla “naturale” inferiorità femminile. Compie la sua analisi da un’ottica prevalentemente critica nei confronti delle donne, ma senza mai muovere alcuna accusa. Il suo è soprattutto un tentativo di rendere palesi i condizionamenti subìti, spingendo verso la presa di coscienza che modificarli è possibile.
L’operazione da compiere, che ci riguarda tutti ma soprattutto le donne perché ad esse è affidata l’educazione dei bambini […] è di restituire ad ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene” (p.8).
Finché le origini innate di certi comportamenti differenziati secondo il sesso restano un’ipotesi, l’ipotesi opposta che siano invece frutto dei condizionamenti sociali e culturali cui i bambini vengono sottoposti sin dalla nascita rimane altrettanto valida […]. Non è in potere di nessuno modificare le eventuali cause biologiche innate, ma può essere in nostro potere modificare le evidenti cause sociali e culturali delle differenze tra i sessi”


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