giovedì 21 novembre 2013

Giovani e volontariato. Il rapporto dell'Istituto Toniolo su questi due mondi


Giovani e volontariato due livelli che nel nostro paese non si incontrano facilmente e spesso risultano lontani. 


Un'analisi dei dati di un’indagine sul volontariato e sull’impegno civile della generazione tra i 18 e i 29 anni, effettuata dalla Ipsos per conto dell'Istituito Toniolo, fa emergere che il mondo del volontariato non ha ancora conquistato l’attenzione dei giovani italiani. Sono circa due terzi, infatti, quelli che non ne hanno mai fatto un'esperienza in questo campo e solo un terzo circa il 6% svolge in modo abituale attività di volontariato. 


I numeri dell'indagine raccontano che per il mondo giovanile il volontariato non è così familiare e gli stessi numeri smentiscono l’impressione generale che le nuove generazioni siano particolarmente impegnate nel sociale:  il 64,7% “non ci ha mai provato”; il 35,3% che dichiara di essersi coinvolto con questo mondo, ma la maggioranza ne parla come una cosa passata (il 15,8% con esperienze saltuarie, quasi il 6% con esperienze continuative); è un’attività viva e presente per il 13%, che si divide tra impegno saltuario (7%) e continuativo (quasi il 6%). Da notare che tra questi ultimi l'attività tende leggermente a diminuire con il crescere dell'età: dal 6,7% dei ventenni al 5,7% dei quasi trentenni.

Dall'indagine inoltre, emerge una differenza di sensibilità tra uomini, che si impegnano (tra saltuari e abituali) per il 12,6%, e donne che raggiungono il 14,6%. Anche il titolo di studio ha un peso: il 48% di coloro che hanno conseguito un livello di istruzione superiore ha o ha avuto esperienze di volontariato contro il 25% del livello inferiore.
Per quanto riguarda la geografia i giovani del Nord (con una leggera prevalenza dei residenti del Nordest sul Nordovest) si mostrano un po' più impegnati dei coetanei del Centrosud e isole: il 40% ha fatto o sta facendo esperienze (sia saltuarie sia continuative) contro il 33%.

L'influenza della famiglia e dell'ambiente sociale: il 40% risponde negativamente, il 33% la ritiene poco significativa, il 20 abbastanza, il 6,5 molto. Se poi si punta il riflettore su gruppi organizzati, le percentuali scendono notevolmente: chi opta per un attività di valore civico preferisce farlo da solo, infatti oltre l'86% dichiara di non appartenere ad alcuna associazione (il 3% aderisce a più gruppi).

Infine, ci sono i partiti e i movimenti politici: soltanto l'1,7% dichiara di militare attualmente e in modo continuativo in una formazione politica, il 2,6% lo fa saltuariamente; per oltre 4 giovani su 10 l'attività politica è cosa del passato. Il risultato è che oltre il 91% dei giovani tra 18 e 29 anni si dichiara del tutto estraneo a forme di impegno politico.
A cura della redazione.

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